martedì 29 luglio 2014

UN ORDINE DI PRIORITA' NELLE DOMANDE DEGLI INVESTITORI NEL CORSO DELLE CONFERENCE CALL SUI RISULTATI PERIODICI FINANZIARI


Prendiamo spunto da una recente ricerca del NIRI per indicare nel seguito alcune prassi adottate dagli  Investor Relations Officer di società quotate americane, nel corso delle conference con la comunità d'investimento sui risultati finanziari periodici. 

  • Prima della conference call il 93% delle società intervistate fornisce all'operatore un elenco già approvato di coloro che possono sottoporre le domande alla società 
  • Il 76% delle società intervistate seleziona le domande nel corso della call
  • Il 71% utilizza un'applicazione online per monitorare la "conference call"
  • Il 50% delle società ha cancellato un investitore dalla lista di coloro che avevano prenotato una domanda
  1. Gli intervistati assegnano un ordine di priorità alle domande che vengono loro sottoposte nel corso della sessione Q&A della conference call e forniscono in anticipo all'operatore un elenco pre-approvato di coloro che possono sottoporre le domande.  Tale priorità rispetta i seguenti criteri:
    • analisti sell-side (83%)
    • investitori istituzionali (49%)
    • analisti by-side (48%)
    • investitori retail (8%)
    • giornalisti 2%
  2. Il 16% degli intervistati ha dichiarato che tutti i partecipanti possono sottoporre una domanda nel corso della conference call.
  3. Il telefono è ancora il metodo più popolare per fare delle domande durante la sessione di Q&A (96%), seguito dal webcast (6%) e dalle e.mail (2%).
  4. La metà degli intervistati (50%) dichiara di aver cancellato un partecipante dalla lista  delle Q&A
  5. Le ragioni sostenute per cancellare la domanda dell'intervenuto erano diverse e gli argomenti ricorrenti sono stati:
    • Il partecipante era sconosciuto alla Società/IRO
    • Il richiedente non risultava far parte della lista approvata di coloro che potevano sottoporre delle domande alla società (es. non era un analista sell-side)
    • Tempi troppo stretti
    • Il richiedente era un giornalista. 
  6. Al termine della conference call quasi il 60% degli IRO delle società intervistate ha chiamato la persona cancellata dall'elenco delle Q&A per un feed-back.
  7. Il 65% delle società ha l'abitudine di concludere la conference call con osservazioni di chiusura a seguito della sezione di Q&A e nel 75% dei casi è il CEO a fare queste osservazioni, seguito dall'IRO nel 21% dei casi.
  8. Molti (56%) IRO utilizzano le conference call sui risultati periodici finanziari come una opportunità per menzionare i prossimi avvenimenti societari. Nel 65% dei casi i più comuni eventi indicati sono gli Analyst day, seguiti dalle Assemblee Annuali degli Azionisti (22%), e dalle investor conferences nel 15% circa dei casi. Mentre il 9% degli IRO preferisce indicare l'intero calendario societario degli eventi futuri.
  9. Quando invece agli IRO sono state richieste informazioni sulle sfide che hanno dovuto affrontare nell'organizzare la conference call, le risposte degli IRO sono state diverse. I temi ricorrenti sono stati:
    • troppo poco tempo per preparare tutto, tempi molto ristretti.
    • riservare del tempo per le prove con il top management
    • prepararsi bene per eventuali domande ignote
    • scrivere per più speakers con differenti livelli di competenza di public speaking
    • prevedere tutte le possibili domande della sessione Q&A
    • lasciare un tempo sufficiente per le domande di tutti gli analisti iscritti nella sessione Q&A
    • redazione delle risposte alle possibili domande delle Q&A
    • accesso dell'IRO al management (es. per le simulazioni sui risultati periodici)
    • tenere pronti brevi commenti




Per approfondire: NIRI EXECUTIVE ALERT: http://www.niri.org/Main-Menu-Category/resource/publications/Executive-Alert/NIRI-Earnings-Call-Practices-Survey--2014-Report-72314.aspx




Elaborato da Bianca Fersini su fonte: NIRI Earning Call Practices Survey, 2014 Report






    martedì 22 luglio 2014

    UNA COMUNICAZIONE OPACA COMPROMETTE LE RELAZIONI CON GLI INVESTITORI: ERRORI DA EVITARE

    Organizzare eventi mediocri, presentare strategie poco chiare o inefficaci, rilasciare informazioni opache, mostrare una conoscenza approssimativa della situazione finanziaria aziendale, ignorare il feedback degli investitori. Sono alcuni degli errori che possono compromettere l’efficacia della comunicazione tra un’azienda e i suoi stakeholders finanziari, e danneggiare le Società nel loro percorso di creazione del valore in Borsa.

     
    Raccogliere ed interpretare con una certa continuità i feed back della comunità finanziaria aiuta le imprese a lanciare una più efficace comunicazione, o a rettificare una comunicazione errata o imprecisa, basata su un profondo monitoraggio e su una migliore conoscenza della comunità d'investimento. Una consapevolezza più esauriente dei feed back  della comunità finanziaria assiste il management nella valutazione delle performance societarie, e nella formulazione delle strategie identificando meglio la possibilità di raggiungere o meno gli obiettivi aziendali diretti verso la comunità di investimento.
     
    Dopo ogni nuovo evento finanziario è opportuno effettuare un'analisi di come è stata influenzata la comunità d'investimento dall' evento. E' osservando con una certa costanza l'evoluzione dell'opinione degli stakeholders finanziari, anche a seguito di eventuali  rettifiche di indirizzo della comunicazione aziendale, che le aziende possono influenzare maggiormente la comunità di investimento.
     
    Nel percorso di creazione di valore in Borsa, l’incontro con gli investitori è solo l’ultimo, per quanto fondamentale, step del processo di comunicazione. Ogni incontro deve essere preparato con cura fin dalle basi, attraverso una comunicazione chiara e coerente: anche a fronte di performance finanziarie negative, in cui l’aspetto di disclosure sarà naturalmente sempre preferibile all’omissione o al parziale rilascio dell' informazione, in un’ottica che si basa sulla fiducia reciproca tra la società emittente e la comunità finanziaria.

    A questo proposito, può tornare utile stilare una lista di buone prassi da tenere a mente nel rapporto con gli investitori:

    ·        L’individuazione del giusto target. Non tutti gli investitori sono interessati ad investire sulle medesime aziende: alcuni di loro tengono conto del settore di attività, altri della capitalizzazione, altri ancora ricercano determinati requisiti per valutare un investimento. Contattare un investitore fuori target è un passo falso, oltre che un inutile dispendio di tempo ed energie: ecco perché un monitoraggio mirato è d’obbligo.

    ·        La preparazione del management. Incontrare gli investitori senza un’adeguata preparazione è assolutamente controproducente: si rischia di essere percepiti come scarsamente credibili ed approssimativi, mentre dall’incontro dovrebbero emergere competenze, sicurezza ed affidabilità. L’incontro con gli investitori è la carta vincente dell’azienda, e saperla giocare in modo adeguato è fondamentale.

    ·        Il supporto informativo. Ogni investitore necessita di un kit informativo contenente tutti i dati e le informazioni necessarie ad avere un chiaro quadro dell’azienda. La presentazione aziendale è il biglietto da visita del management, ed è opportuno prepararla nei dettagli, così come il materiale di supporto da distribuire ai propri interlocutori. La buona riuscita dell’incontro non risiede solo nei particolari logistici o estetici, ma nel supporto tecnico che deve rispondere esattamente alle necessità degli interlocutori.

    ·        Il feedback. Qualsiasi incontro tra l’azienda e gli investitori deve tener conto di un follow-up. Questo può essere utile non solo per monitorare con continuità la percezione dell'azienda ma anche per rettificare l’indirizzo della comunicazione aziendale e colmare eventuali lacune. L’audit perception, è uno strumento essenziale per verificare quanto la percezione della società coincida o diverga rispetto a quella del suo pubblico di riferimento, fornendo un efficace strumento per il miglioramento della propria reputazione aziendale.
     
     
    di Bianca Fersini Mastelloni e Veronica Adriani

    lunedì 21 luglio 2014

    POLYTEMS HIR FESTEGGIA 15 ANNI DI ATTIVITA'



    Roma, 21 luglio 2014. Polytems HIR, società attiva nell’ambito delle Investor Relations e della comunicazione economico-finanziaria, festeggia oggi i suoi primi 15 anni di attività.
    Prima agenzia di comunicazione indipendente in Italia nel settore delle Investor Relations, Polytems HIR nasce nel 1999 dalla Polytems SA, leader in Francia nella comunicazione economico finanziaria, per affiancare le società a piccola e media capitalizzazione (quotate o quotande) nei programmi di Investor Relations e comunicazione con il mercato finanziario. Il 2003 è l’anno dell’investitura di Bianca Fersini Mastelloni alla carica, che ancora oggi riveste, di Presidente e Amministratore Delegato di Polytems HIR, dopo aver ricoperto quella di Direttore Generale durante gli anni della gestione francese, assumendo così la guida della nuova branch italiana divenendone anche azionista di maggioranza.
    Ed è proprio la continuità rispetto alla trentennale esperienza francese, e l'ambiente internazionale nel quale fin dall'inizio Polytems opera che caratterizza da sempre la sua attività consentendole di sviluppare nel corso degli anni un significativo network grazie ad un patrimonio di relazioni e conoscenze della comunità finanziaria italiana ed internazionale invidiabile. Durante i primi 15 anni Polytems HIR ha servito oltre 100 aziende italiane, francesi, americane, canadesi, svizzere, libiche, accompagnando alcune di esse nei loro processi di IPO in Italia, Francia e UK, sviluppando poi maggiormente il suo intervento sul mercato secondario, con un posizionamento di mercato di società più orientata all’incremento del valore dei titoli azionari ed alla reputazione aziendale sul mercato dei capitali.
    Ed è in questa area che si è collocata prevalentemente l’attività di Polytems nel supporto alle small cap companies: nella valorizzazione dei titoli azionari, o anche in occasione di operazioni di finanza straordinaria quali aumenti di capitale senza consorzio di garanzia, durante i quali Polytems ha fornito assistenza organizzando i road-show e facilitando l’incontro delle società clienti con fondi pensione, fondi di investimento, private bankers, brokers e family offices; supporto diretto alla sottoscrizione delle operazioni andate interamente a buon fine.
    Polytems HIR ha ormai all’attivo numerosi aumenti di capitale senza consorzio di garanzia; l'organizzazione di oltre 300 analyst presentations e l'organizzazione di circa 1.200 incontri one-to-one in Italia e 210 incontri con la comunità d'investimento internazionale in Svizzera, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti., ed ha seguito 6 aziende nel loro processo di IPO sia sul mercato nazionale che internazionale.
    Il lavoro di relazioni con gli investitori italiani ed internazionali ed i media finanziari sviluppato anche attraverso l’uso di strumenti come i  reverse roadshow  o  i press tour rappresentano ulteriori momenti di incontro fra i clienti e la comunità finanziaria utili a far emergere il valore aziendale che è la base della mission aziendale di Polytems, e la sua strategia di successo.
     "Siamo soddisfatti del lavoro di questi primi 15 anni nei quali abbiamo lavorato per imprese industriali italiane, francesi, americane, canadesi, per il fondo sovrano della Libia, per autorevoli banche svizzere e per gruppi bancari italiani. " dichiara Bianca Fersini Mastelloni, Presidente ed AD di Polytems che continua: "Un aspetto rilevante del nostro intervento è la ricerca di investitori strategici che non solo mira alla crescita del titolo azionario ma diviene una leva per l'ingresso di investitori più piccoli. Monitoriamo costantemente l'opinione della comunità finanziaria e poniamo anche molta attenzione alla buona reputazione di Borsa del cliente che è un fattore rilevante e di vantaggio competitivo nel tempo. Nei programmi futuri la nostra rotta è sul Middle East per sviluppare nuove relazioni con investitori di quell'area con i quali abbiamo già attivato diversi contatti".
    E' in questa direzione che va anche la pubblicazione di un volume di recente pubblicazione "Investor Relations ed Etica: Efficacia e Vantaggi Competitivi", di cui è autrice Bianca Fersini Mastelloni. Risultato di anni di lavoro sul campo e percorsi di aggiornamento costante sulle Investor Relations negli Stati Uniti, nonché espressione di una filosofia aziendale che non può in alcun modo prescindere dall’etica.

    giovedì 12 settembre 2013

    E SE L’ETICA PORTASSE DAVVERO VANTAGGI COMPETITIVI SUI MERCATI? L’importanza della condotta etica nelle Investor Relations e nella comunicazione finanziaria


    Milano, 12 Settembre 2013 – Da qualche mese sono attivi nelle Borse valori statunitensi ed in alcune Borse europee "indici etici" che raggruppano aziende che operano con standard di responsabilità sociale riconosciuti ed accettati a livello internazionale. La classificazione si basa su oltre 38 criteri di valutazione, ed analizza circa 330 indicatori per ogni società; requisiti che includono tra gli altri, condotta e business eticamente corretti, il rispetto per l’ambiente e per i diritti umani, relazioni con gli stakeholders, corporate governance, integrità e lotta alla corruzione, accesso più equo alla finanza per tutti e non ultimo la trasparenza.

    Anche ai non esperti dei meccanismi finanziari è apparso ormai evidente che  la recente crisi affonda le proprie radici in dissesti finanziari che hanno rivelato fattori speculativi dovuti forse ad una ancor più profonda crisi valoriale e morale.

    Nel momento di crash i mercati finanziari di tutto il mondo hanno visto un incremento con effetto domino della volatilità dei titoli e degli indici di Borsa e da questo momento in avanti si è parlato sempre con maggiore insistenza della necessità di trasparenza sia nei confronti degli stakehoders (investitori, clienti, dipendenti, fornitori, etc), che nei confronti del mercato globale.

     “L’informazione e la comunicazione finanziaria oggi devono adottare un approccio beyond compliance rules ossia un orientamento che va oltre il rispetto delle sole norme giuridiche. È necessaria un’impronta etica nella condotta dell'impresa che deve tener conto della propria reputazione e di nuovi possibili modelli di management cui tendere in futuro capitalizzando il tema etico” afferma Bianca Fersini Mastelloni.



    Nel libro Investor Relations ed etica. Efficacia e vantaggi competitivi l’autrice dimostra come il comportamento etico delle aziende quotate nelle Borse valori, che intrattengono responsabili rapporti con la comunità finanziaria e i propri stakeholders, è coerente e funzionale rispetto alle logiche del marketing che le stesse aziende devono applicare per poter competere, su mercati sempre più globali, non solo mercati commerciali, ma anche mercati finanziari, per attrarre l’interesse e aggiudicarsi il capitale di potenziali investitori. Compito delle Investor relations è anche quello di delineare chiaramente i codici etici cui l’impresa fa riferimento, in modo che possano divenire essi stessi un valore strategico, trasformandosi in vantaggio competitivo e aumentando così il valore del patrimonio intangibile dell’impresa nel tempo.


    La maggiore urgenza delle aziende di intrattenere relazioni con gli investitori per far emergere il loro valore intrinseco nonché il bisogno di adeguarsi a standard internazionali, hanno confermato le Investor Relations come strumento indispensabile per le società quotate per migliorare, consolidare o rettificare la loro visibilità e affermare la loro credibilità e reputazione sul mercato finanziario, con l’obiettivo primario di soddisfare i bisogni informativi degli stakeholders influenzando positivamente i destinatari della comunicazione e produrre in questi un cambiamento di atteggiamento.

     

    Da oggi in Libreria: Fersini Mastelloni Bianca, Investor relations ed etica. Efficacia e vantaggi competitivi, pp.172, euro 18.,50, ISBN 978-88-6250-483-6, Guerini e Associati, 2013

    venerdì 31 maggio 2013

    OGNI SOCIETA’ QUOTATA DOVREBBE AVERE UNA STRATEGIA PER GLI INVESTITORI RETAIL


    Si può ignorare un investitore che detiene l’1, il 2% o una percentuale più elevata di una società quotata? Possiamo sicuramente rispondere che non si può ignorare un tale investitore.  Si dovrebbe invece avere un atteggiamento proattivo per mantenere buone relazioni fornendo quelle informazioni fondamenti di cui l’investitore ha bisogno per fare un investimento consapevole.

    Perché allora le società ignorano gli investitori individuali, quando come segmento essi regolarmente rappresentano l’1, il 2% o più della base degli investitori? La risposta più comune è che all’investitore retail bisogna dedicare troppo tempo o ha poco potere d’acquisto. Nel mondo ci sono oltre 30.000 istituzioni ognuna con un significativo potere di acquisto di stock azionari contro centinaia di milioni di investitori individuali con un potere di investimento ben inferiore. E’ solo un problema di gestione delle risorse. Infatti se il carico di lavoro per raggiungere un investitore retail diviene troppo elevato mentre il budget è sempre lo stesso o diminuisce nel tempo, ha economicamente senso concentrarsi su istituzioni con un maggiore potere di acquisto.

    Anche se alcune aziende con capitalizzazione più piccole non hanno molta scelta e devono focalizzarsi necessariamente sugli investitori individuali. Le aziende micro e small cap hanno bisogno di investitori retail per sostenere il volume del trading ed il prezzo del titolo. Anche se troppo spesso, poi quando queste aziende crescono, esse finiscono per non guardare più agli investitori individuali e dedicano la loro attenzione agli investitori istituzionali a meno che non siano aziende molto conosciute con un’elevata considerazione per il consumatore quali ad esempio Procter & Gamble, Kellog’s o Nike.

    La nostra visione  è gli investitori retail dovrebbero sempre essere ritenuti una componente essenziale della strategia di investor relations di un’azienda. Il problema non è quasi mai se si possa o meno raggiungere il mercato retail ma piuttosto qual’è il modo economicamente più efficace  per farlo.

    Ed ecco qui alcuni buoni motivi:

    1)    L’audience degli investitori individuali rappresentano trilioni di dollari di asset investibili. Questa è una audience con portata globale. Il segmento più attraente di tale audience prende decisioni di investimento sulla base delle ricerche e dei fondamentali di un’azienda. Ed una volta effettuato l'investimento essi hanno un orizzonte temporale più lungo e si comportano come un investitore di lungo termine. Le aziende non dovrebbero dubitare del valore di tale classe di investitori.

     

    2)    L'attività di IR deve essere tecnologicamente avanzata per poter sviluppare relazioni con il mercato degli investitori retail che non divenga scoraggiante, dispendiosa o che richieda troppo tempo. Le piattaforme digitali ed i social media offrono un potenziale non sfruttato con un pubblico globale di investitori retail potenzialmente attraente. Esistono oggi strumenti analitici in grado di misurare l'impatto sull'investitore digitale cui estendere le attività di IR per intensificare la conoscenza dell'investment story di un'azienda.